Sport per bambini

È già iniziato un altro anno scolastico, quale sport per bambini faccio fare ai miei figli? Possibile che ogni anno ho lo stesso problema? Possibile che i mie figli non siano campioni di calcio, di scherma, ballerini provetti atleti insuperabili o semplicemente sportivi appassionati !? Dove avrò sbagliato? Che mamma orribile è mai quella mamma che non trasmette ai propri figli l’importanza dello sport e della sana competizione agonistica?

Io me le pongo tutti gli anni queste domande e tutti gli anni non trovo una risposta. Mi piacerebbe tanto che scegliessero uno sport e lo portassero avanti con impegno e dedizione, che ottenessero delle gratificazioni e che impiegassero il loro tempo in qualcosa di costruttivo. Mi impegno davvero, ci provo, ma non ottengo mai il risultato desiderato.

Mi confronto con mamme che hanno figli sportivamente evoluti: due/tre sport a settimana portati avanti negli anni con costanza e ottenendo obiettivi soddisfacenti. Che ammirazione! I miei figli non sfiorano neanche con il pensiero questa perfetta dedizione allo sport.

Il mio primogenito, dopo due anni  di scuola calcio nel ruolo di portiere, non per passione, ma per pigrizia (pensava di riposarsi in quel ruolo) ha abbandonato, stanco dell’impegno troppo pressante tra allenamenti e partite. Accolta la decisione del bambino abbiamo iniziato un “carosello” di sport papabili: quello si fatica troppo, quell’altro si suda, quello si corre. Forse a lui gli sfugge proprio il concetto di “sport”, credo di dover ritornare su quel punto prima di operare una scelta valida. Intanto lo porto agli allenamenti di pre pugilistica, per farlo allenare, stancare e tenere in movimento. Sport, questo, fortemente consigliato per bambini che hanno bisogno di scaricare la tensione.

Come genitore sento molto la responsabilità di impegnarlo in qualcosa che lo “scarichi” e lo distragga emotivamente e fisicamente. Bussa frequentemente alla mia porta il pensiero che l’adolescenza è vicina, che è importante tenere i ragazzi il più possibile lontano da brutte tentazioni e impegnati in attività costruttive.

Il secondogenito sono tre anni che si diletta a rincorrere un pallone in un campo verde, sport che lui definisce “calcio”, e che lo diverte molto. Spero che quest’anno comprenda anche che la palla va calciata non solo rincorsa.  Non lo spinge una passione particolare per questo sport o un amore per la competizione, bensì il desiderio di trascorrere e condividere del tempo insieme ai suoi amichetti di classe al di fuori della scuola.  Quando lo accompagno è felice quando torna a casa è felice e questa, a mio avviso, è la ricompensa migliore per gli sforzi organizzativi di una madre.

La femminuccia, invece, ciclista incompresa, dopo una breve parentesi di danza classica, ha ritenuto inutile continuare a frequentare un’attività sportiva quando ha a disposizione il parco, la bicicletta e gli amici tutti i giorni per giocare. Ritengo la sua decisione ponderata e sana, e il suo desiderio di scorrazzare libera all’aria aperta è un diritto incontestabile.

“Mens sana in corpore sano”, recitavano i latini e, sicuramente, non sbagliavano.

Oggi abbiamo a disposizione una vasta gamma di discipline tra le quali scegliere per mantenere una “Corpore sano”per quanto riguarda la “Mens Sana” ancora ci dobbiamo lavorare molto.
Lascio ai miei figli, sotto la mia attenta supervisione, la libertà di poter scegliere come impiegare il loro tempo libero in attività motorie costruttive, siano esse regolate da un allenatore o dal semplice desiderio di “scorrazzare” all’area aperta. Per me l’importante è che si mantengano in movimento,  la “sana” competizione sportiva può attendere .