
Sono una delle tantissime mamme in Italia che ha scelto, per il percorso educativo dei propri figli, di affidarsi alla scuola pubblica. A indirizzare la mia scelta non è stato un fattore economico, bensì la fiducia che ancora ripongo, malgrado tutto, nel sistema scolastico statale.
Per “Sistema scolastico” mi riferisco al corpo docente. Infatti, nel percorso dei miei figli, almeno fino ad ora, ho sempre avuto un riscontro positivo con le maestre.
Tutti e tre i bambini frequentano la scuola primaria di primo grado in uno dei tanti istituti della periferia romana: maestre che si barcamenano tra una media di 21/22 alunni per classe, mamme iperprotettive e strutture fatiscenti, edifici decadenti e livelli culturali misti.
La mia non è certo una situazione eccezionale nel panorama delle famiglie italiane, ma oggi voglio dare voce alla mia frustrazione, allo sconforto di una madre che, ogni volta che accompagna o va a riprendere i bambini a scuola, si trova davanti all’ennesimo problema di incompetenza, trascuratezza, noncuranza che le istituzioni regalano ai nostri giovani pargoli.
Il senso di degrado che si respira nella scuola tra bagni del dopoguerra con le tubature che meritavano la pensione 30 anni fa e sporcizia interna ed esterna è qualcosa di umiliante per i nostri figli e deprimente per noi genitori.
Piego la testa e compio il mio “dovere” quando a inizio anno ci presentano la lista del materiale scolastico tra il quale rientrano scottex, sapone, carta igienica, anche se trovo vergognoso che ogni bambino (e non dico genitore, io ho tre figli e tutto è moltiplicato per tre) debba anche farsi carico del materiale igienico.
Cerco di organizzarmi e intervenire ( ma non sempre riesco ) senza fare polemica quando tra genitori ci organizziamo ogni benedettissimo inizio di anno scolastico per ripulire le classi dei nostri figli prima che rientrino a scuola. E quando dico “ripulire le classi” va interpretato in senso strettamente letterario. Il più delle volte, infatti, oltre che munirsi di scope, stracci e detersivi dobbiamo anche imbiancare le aule ormai ingiallite. Non dimentichiamo poi i “piccoli” lavori di manutenzione come cambiare un rubinetto, aggiungere un porta carta igienica, sistemare le porte che non si chiudono e varie ed eventuali. Nella “pulizia di inizio anno” rientrano anche i bagni nei quali temerarie e valorose mamme, eroine per tutti noi, si cimentano con ogni tipo di disinfettante e scrostante per farli sembrare almeno accettabili (inutile). E le sedie? Ricordate la vostra infanzia? I pantaloni lacerati dalle sedie rotte e tutte le calze impigliate nel legno della seduta? Le sedie sono ancora quelle e, nonostante le passate di coppale, i danni sul vestiario dei bambini sono incalcolabili.
Apro il mio portafogli senza battere ciglio quando raccogliamo i soldi per acquistare le tende per le aule e le stampanti per la classe che verranno poi ereditate dal ciclo successivo.
Alzo la cornetta del telefono per ricordare all’ AMA di venire a ritirare la spazzatura a scuola quando i cassonetti traboccano e i topi banchettano.
Partecipo volentieri alla raccolta firme per richiedere che il marciapiede adiacente alla scuola stessa sia pulito con più frequenza, perché destreggiarsi tre topi morti, escrementi di cani e bottiglie piene di liquido giallo non identificato per raggiungere il cancello non è esattamente il modo migliore per fare iniziare la giornata ai bambini.
Vado in assemblea municipale per ricordare a chi di dovere che i bagni della scuola sono improponibili e vergognosi e meritano una degna ristrutturazione: i sanitari sono in numero inferiore rispetto a quello che per legge si richiederebbe, sono rotti, sporchi e si intasano frequentemente. Sicuramente, come ci viene ricordato spesso, i nostri figli sono “maleducati” la fanno dove non dovrebbero e ci gettano cose che non ci andrebbero, ma le immagini parlano da sole.
Prendo la mia macchina e mi reco dalle dietiste a evidenziare l’inadeguatezza del menù scolastico soprattutto per chi presenta allergie. Il giro ormai è complicato: le dietiste del municipio supervisionano, noi genitori ci lamentiamo, la ditta che ha in appalto la mensa crea i menù e fornisce il cibo. Almeno questo è quello che sono riuscita a carpire in anni di assidua frequentazione degli uffici competenti. Eppure non cambia niente, le verdure sono sempre le stesse, le proteine sono associate con le proteine e la colpa è dei nostri figli che sono “abituati troppo bene a casa” e lasciano il cibo nel piatto. E, come per i bagni, non cambia niente.
Faccio tutto questo con impegno e speranza che le cose possano migliorare, che chi deve farlo si assuma le proprie responsabilità, che si investa nell’istruzione, che si sensibilizzino le istituzioni, ma inizio a credere che il processo sia inverso: grazie alla sensibilizzazione e alla presa in carico dei genitori di molti dei problemi scolastici chi dovrebbe esserne responsabile si sta adagiando e chi se ne dovrebbe fare carico stia demandando a noi.
Questa mattina, ancora i cassonetti erano pieni di sacchi dell’immondizia e il marciapiede era rotto e pericolosissimo e il mio sconforto e il senso di degrado e abbandono hanno preso il sopravvento.
Ci sono genitori che come me, e anche più di me, combattono, si espongono, si impegnano per migliorare la situazione, ma raramente riusciamo ad ottenere un risultato soddisfacente. Ho la sensazione che i miei figli vivano una situazione di “squallore ambientale” in ambito scolastico che non può e non deve essere giustificato dall’ età della struttura stessa. Se non fosse per le maestre e per il personale scolastico che veramente si impegnano sia con i nostri figli, sia nel rendere la scuola più gradevole e, nel limite del possibile, accogliente la situazione sarebbe anche peggiore.
La mia voce merita di essere ascoltata come quella di tanti altri genitori. Sono stanca delle innumerevoli chat scolastiche dove si evidenziano i problemi, si cercano soluzioni e si fanno polemiche. È solo un cane che si morde la coda, giriamo in tondo e non arriviamo mai da nessuna parte. Inizio a domandarmi se davvero esista una “parte” dove arrivare o se il prossimo step consiste semplicemente nel prendere coscienza che se vogliamo che i nostri figli trascorrano le loro giornate in un ambiente decente dobbiamo silenziosamente e diligentemente farci carico noi degli ambienti scolastici.
Io, da idealista quale sono, scelgo di continuare a impegnarmi, sperando che si restituisca dignità a queste strutture scolastiche e, così facendo, si trasmetta ai nostri figli, anche da parte dell’istituzione scolastica, l’importanza dell’igiene e del vivere in un posto pubblico decoroso.